Disoccupazione, politiche economiche troppo restrittive, sistema normativo “infinito ed oscuro”, difficoltà nell’accesso al credito. Questo quanto emerso ne convegno tenuto, lo scorso 21 giugno, presso la Camera dei Deputati. L’incontro ha visto il seguirsi di interventi di autorevoli relatori che, rivolgendosi ad un numeroso e qualificato pubblicato, hanno evidenziato i punti di debolezza del “sistema Italia” ma hanno anche lanciato concrete azioni e prospettive di rilancio.
Nunzio Bevilacqua, responsabile Udc per le PMi e i rapporti con il credito, ha sottolineato che gli incentivi andrebbero dati in modo mirato, alle aziende che investono e creano posti di lavoro a tempo indeterminato. A seguire Ercole P. Pellicanò, presidente dell’Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito, ha parlato di ripresa del sistema economico attraverso la stretta collaborazione tra mondo bancario ed imprenditoriale sia attraverso una “umanizzazione del rating” (ottenibile attraverso la valorizzazione della storia dell’azienda, della serietà della proprietà, della qualità del management e delle prospettive di crescita), che mediante l’istituzione di un Fondo di Garanzia, alimentato con capitali dello Stato.
La parola è poi passata a Lorenzo Cesa, segretario nazionale Udc, che, trattando la problematica della disoccupazione giovanile, ritiene necessaria l’unità delle forze politiche che devono agire in questo particolare momento sociale che necessita di concretezza. Antonio Gazzanti Pugliese di Cotrone, presidente della Fondazione Atlante, ha evidenziato il gap esistente, nel nostro Paese più che nel resto d’Europa, tra i servizi resi dallo Stato ed il forte carico fiscale a cui sono sottoposti i cittadini. Umberto Vattani, presidente di Sviluppo Italia-Sicilia, ha affiancato al binomio banca-impresa, le Istituzioni e la loro centralità per la crescita economico. Un passo importante sarebbe l’internazionalizzazione ma, per fare ciò, sono necessari sostegni concreti ed infrastrutture che, in Italia, mancano.
È dunque intervenuto Gian Luca Galletti, presidente del gruppo Udc alla Camera, che ha parlato di “principio di responsabilità e solidarietà” nella formulazione delle riforme: la pressione fiscale viene accettata volentieri dai cittadini se ad essa corrispondono effettivi segnali di cambiamento come, ad esempio, la riduzione del costo dello Stato. Sempre sul tema della giurisdizione, hanno preso la parola Federico Basilica, Avvocato dello Stato, e Antonio Nuzzo, direttore del dipartimento di Giurisprudenza della Luiss. Entrambi, da esperti di diritto, hanno denunciato un sistema normativo caotico, a volte contraddittorio, che sembra non seguire una strategia né un progetto definito. È necessario che la Pubblica Amministrazione recuperi credibilità operando in maniera chiara perseguendo un obiettivo preciso. Il presidente della sezione tributaria della Cassazione, Mario Cicala, ha rimarcato la centralità delle infrastrutture nel processo di sostegno alle PMI.
L’imprenditoria italiana, schiacciata dal cumulo fiscale, non è agevolata e, di conseguenza, l’economia nazionale stenta a ripartire. In conclusione, si sono susseguiti Giampietro Brunello, presidente Sose Spa, Luigi Scimia, presidente Sovigest Spa, e Stefano Bottega, imprenditore, che hanno richiamato una duplice e necessaria fiducia tra consumatori, banche e Pubblica Amministrazione, senza la quale non si avrà una completa ripresa economica e sociale.